Giro d’Italia 2020, Top/Flop del Giorno
La nostra rubrica che traccia il bilancio della tappa del giorno al Giro d’Italia 2020.
TOP
Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation): Il britannico corre con grandissima intelligenza per conquistare il suo primo successo in linea in un Grand Tour. Capito di non avere chance sullo strappo di Vieste, decide di provare ad anticipare gli avversari muovendosi al momento giusto, per poi sfruttare le sue ottime doti di cronoman per aumentare il margine e conservarlo dopo lo scollinamento nell’ultimo giro. Vittoria di astuzia, di qualità e di cuore, che speriamo possa valergli un contratto in una buona squadra per la prossima stagione.
Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec): Alla sua prima stagione da professionista, il classe ’95 trova le gambe per infilarsi nella fuga di giornata, fatto già di per sé non scontato, e per resistere con gli altri protagonisti di giornata per quasi 200 chilometri. Alla fine chiude sesto, ma per la sua prima esperienza in un Grand Tour la prestazione di oggi è davvero maiuscola. Ora dovrà continuare a lavorare per fare in modo che l’anno prossimo sia anche in grado di lottare per la vittoria in una fuga di questo tipo.
Matthias Brändle (Israel Start-Up Nation): Il risultato di Dowsett porta una fetta importante del lavoro dell’austriaco, che nel primo giro sul circuito di Vieste capisce di essere il meno forte in salita e spende le sue energie per riportare il compagno di squadra sui primi, agevolando l’attacco decisivo. Una volta partito il britannico, protegge egregiamente la sua azione rompendo i cambi degli inseguitori: un apporto probabilmente decisivo per il risultato finale di giornata e per la festa israeliana, al suo primo sigillo World Tour.
FLOP
Team Sunweb: La squadra di Michael Matthews, al contrario di quanto avvenuto in altre giornate, ha un atteggiamento decisamente rinunciatario e sceglie di lasciare andare la fuga di giornata, sebbene l’australiano fosse uno dei grandi favoriti. E infatti, puntualmente, vince la volata dei battuti, chiudendo con un settimo posto abbastanza amaro. Forse sarebbe bastata un po’ di convinzione in più per convincere altre formazioni a collaborare e dare una chance al proprio sprinter di punta.
Salvatore Puccio (Ineos-Grenadiers) e Matthew Holmes (Lotto Soudal): Sia chiaro, non vogliamo sminuire l’importanza e la fatica dell’azione dei due corridori, che hanno corso praticamente 200 chilometri in fuga animando la tappa. L’impressione però è che per entrambi si tratti di una grande occasione mancata, che non necessariamente si ripresenterà in questo modo in carriera. Oggi erano i più forti in salita e probabilmente anche in volata tra i sei attaccanti: lasciarsi scappare così Dowsett per non aver insistito né nell’attacco né nell’inseguimento è un delitto.
Trek-Segafredo: In una giornata nel complesso molto tranquilla (forse troppo, a tratti), la formazione statunitense è l’unica che prova a forzare il ritmo nella discesa successiva a Monte Sant’Angelo, proprio in corrispondenza del momento in cui Fuglsang è costretto a fermarsi per una foratura. Può essere che fosse solo la volontà, già palesata in altri momenti della corsa, di stare davanti in discesa per impostare le traiettorie, certo, ma in poco tempo il team di Nibali guadagna circa 2’30” alla fuga. Una mossa che per qualche minuto lascia pensare a un attacco al danese nel momento di una difficoltà meccanica. Sono poi loro stessi a fermarsi, lasciandoci con il lecito dubbio della portata di quell’improvvisa accelerazione. Probabilmente dinamiche di corsa, ma a qualcuno non sono piaciute.
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